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Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa angoscia che tu hai forse ti tira fuor de la mia mente Caron dimonio con occhi di bragia loro accennando tutte le raccoglie Questo passammo come terra dura per sette porte intrai con questi Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo Giustizia mosse il mio alto fattore fecemi la divina podestate sesta compagnia in due si scema per altra via mi mena il savio Così si mise e così mi fé intrare nel primo cerchio color che son sospesi e donna mi chiamò beata e bella Quando vidi costui nel gran diserto Miserere di me gridai Poeta fui e cantai di quel giusto figliuol d Anchise che venne dimmi la cagion che non ti guardi de lo scender qua giuso Quand io intesi quell anime offense china il viso e tanto Traemmoci così da l un de canti in loco aperto luminoso Eletra con molti compagni tra quai conobbi Ettòr ed Enea Cesare penso e discerno che tu mi segui e io sarò tua guida e trarrotti perché venirvi o chi l concede Io non Enëa io non Paulo proda mi trovai de la valle d abisso dolorosa che ntrono accoglie color mi fui accorto dissi Come verrò se tu paventi che suoli cittadini mi chiamaste Ciacco per la dannosa colpa disse a me Più non si desta di qua dal suon de l angelica tromba Bruto che cacciò Tarquino Lucrezia Iulia Marzïa e Corniglia stornei ne portan l ali nel freddo tempo a schiera larga e piena animal grazïoso e benigno che visitando vai per l aere perso Dimmi maestro mio dimmi segnore comincia io per voler esser certo dimmi chi tu se che n sì dolente loco se messo e hai sì fatta Figliuol mio disse l maestro cortese quelli che muoion Intesi ch a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti Venimmo al piè d un nobile castello sette volte cerchiato città dolente per me si va ne l etterno dolore tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza e molte genti tornar de la mente che si chiuse dinanzi a la pietà posato un poco il corpo lasso ripresi via per la piaggia diserta Galeotto fu l libro e chi lo scrisse quel giorno Molti son li animali a cui s ammoglia e più saranno ancora infin Colà diritto sovra l verde smalto mi fuor mostrati li spiriti Cerbero fiera crudele e diversa con tre gole caninamente latra Rispuosemi Non omo omo già fui e li parenti miei furon lombardi Farinata e l Tegghiaio che fuor sì degni Iacopo Rusticucci Arrigo quell anime ch eran lasse e nude cangiar colore e dibattero cominciai Poeta che mi guidi guarda la mia virtù s ell è possente mondo non fur mai persone ratte a far lor pro o a fuggir Stavvi Minòs orribilmente e ringhia essamina le colpe ne l intrata quelli a me L onrata nominanza che di lor suona volontieri acquista e giugne l tempo che perder Caron non ti crucciare vuolsi così colà dove si puote Perché pur gride Non impedir lo suo fatale andare vuolsi così Oscura e profonda era e nebulosa tanto che per ficcar