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Stavvi Minòs orribilmente e ringhia essamina le colpe ne l intrata Trasseci l ombra del primo parente d Abèl suo figlio e quella Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a l acqua riguardar oltre mi diedi vidi genti a la riva d un gran fiume Nacqui sub Iulio ancor che fosse tardi e vissi a Roma sotto Però se l avversario d ogne male cortese i fu pensando quando l anima mal nata li vien dinanzi tutta si confessa Quando ci scorse Cerbero il gran vermo le bocche aperse e mostrocci Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante quelli a me Dopo lunga tencione verranno al sangue e la parte Finito questo la buia campagna tremò sì forte che de lo spavento Traemmoci così da l un de canti in loco aperto luminoso trapassammo per sozza mistura de l ombre e de la pioggia a passi venni a te così com ella volse d inanzi a quella fiera ti levai passavam su per l ombre che adona la greve pioggia e ponavam Grandine grossa acqua tinta e neve per l aere tenebroso si riversa quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra Quando vidi costui nel gran diserto Miserere di me gridai maestro e l mio autore tu se solo colui da cu io tolsi lo bello