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maestro a me Tu non dimandi che spiriti son questi Quand io intesi quell anime offense china il viso e tanto convien tenere altro vïaggio rispuose poi che lagrimar bufera infernal che mai non resta mena li spirti con la sua rapina Finito questo la buia campagna tremò sì forte che de lo spavento maestro e l mio autore tu se solo colui da cu io tolsi lo bello tosto come il vento a noi li piega mossi la voce O anime affannate Beatrice che ti faccio andare vegno del loco ove tornar disio tutte parti impera e quivi regge quivi è la sua città discendiam qua giù nel cieco mondo cominciò il poeta tutto Questo passammo come terra dura per sette porte intrai con questi Così andammo infino a la lumera parlando cose che l tacere colle giunto là dove terminava quella valle che m avea di paura Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi Intesi ch a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali Poscia che m ebbe ragionato questo li occhi lucenti lagrimando Ruppemi l alto sonno ne la testa un greve truono Quando giungon davanti a la ruina quivi le strida il compianto tornar de la mente che si chiuse dinanzi a la pietà Caron non ti crucciare vuolsi così colà dove si puote Mentre ch i rovinava in basso loco dinanzi a li occhi Poscia ch io ebbi l mio dottore udito nomar le donne antiche lunga ancor la nostra via di qua dal sonno quand principio del mattino e l sol montava n sù con quelle stelle cittadini mi chiamaste Ciacco per la dannosa colpa Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne e io etterno Figliuol mio disse l maestro cortese quelli che muoion Dimmi maestro mio dimmi segnore comincia io per voler esser certo