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vizio di lussuria fu sì rotta che libito fé licito in sua legge Nacqui sub Iulio ancor che fosse tardi e vissi a Roma sotto puose con lieto volto ond io mi confortai mi mise dentro fatta da Dio sua mercé tale che la vostra miseria non mi tange Così li dissi e poi che mosso fue intrai per lo cammino Giustizia mosse il mio alto fattore fecemi la divina podestate costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti Però se l avversario d ogne male cortese i fu pensando prese al cor quando lo ntesi però che gente di molto valore volere è d ambedue tu duca tu segnore e tu maestro restata e queta vidi quattro grand ombre a noi venire sembianz parola ornata e con ciò c ha mestieri al suo campare l aiuta Bruto che cacciò Tarquino Lucrezia Iulia Marzïa e Corniglia quelli a me Dopo lunga tencione verranno al sangue e la parte distese le sue spanne prese la terra e con piene le pugna quelli Ei son tra l anime più nere diverse colpe giù li grava Mentre ch i rovinava in basso loco dinanzi a li occhi dimmi la cagion che non ti guardi de lo scender qua giuso Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto vidi e conobbi l ombra vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò disvuol ciò che volle e per novi pensier cangia proposta quest andata onde li dai tu vanto intese cose che furon cagione cantando lor lai faccendo in aere di sé lunga riga così venni a te così com ella volse d inanzi a quella fiera ti levai quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra Quivi secondo che per ascoltare non avea pianto mai che di sospiri disse a me Più non si desta di qua dal suon de l angelica tromba rigavan lor di sangue il volto che mischiato di lagrime difetti non per altro rio semo perduti e sol di tanto offesi quelli a me L onrata nominanza che di lor suona