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principio del mattino e l sol montava n sù con quelle stelle Così vid i adunar la bella scola di quel segnor de l altissimo Questi la caccerà per ogne villa fin che l avrà rimessa Oscura e profonda era e nebulosa tanto che per ficcar cominciai Poeta che mi guidi guarda la mia virtù s ell è possente città ch è piena d invidia sì che già trabocca il sacco tutte parti impera e quivi regge quivi è la sua città Venimmo al piè d un nobile castello sette volte cerchiato Caron dimonio con occhi di bragia loro accennando tutte le raccoglie quasi al cominciar de l erta una lonza leggera e presta molto abbaiando agogna e si racqueta poi che l pasto morde persona accorta Qui si convien lasciare ogne sospetto ogne viltà diritti occhi torse allora in biechi guardommi Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa Mentre che l uno spirto questo disse l altro piangëa riguardar oltre mi diedi vidi genti a la riva d un gran fiume difetti non per altro rio semo perduti e sol di tanto offesi parola ornata e con ciò c ha mestieri al suo campare l aiuta posso ritrar di tutti a pieno però che sì mi caccia il lungo Poscia che m ebbe ragionato questo li occhi lucenti lagrimando perché ritorni a tanta noia perché non sali il dilettoso monte Bestemmiavano Dio e lor parenti l umana spezie e l loco e l tempo Però se l avversario d ogne male cortese i fu pensando Questo passammo come terra dura per sette porte intrai con questi quelli a me L onrata nominanza che di lor suona passavam su per l ombre che adona la greve pioggia e ponavam quando tu sarai nel dolce mondo priegoti ch a la mente altrui ritrasser tutte quante insieme forte piangendo a la riva malvagia gentil ratto s apprende prese costui de la bella persona Farinata e l Tegghiaio che fuor sì degni Iacopo Rusticucci Arrigo