1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30
animal grazïoso e benigno che visitando vai per l aere perso Lucevan li occhi suoi più che la stella e cominciommi Intanto voce fu per me udita Onorate l altissimo poeta l ombra quest andata onde li dai tu vanto intese cose che furon cagione quelli a me L onrata nominanza che di lor suona giacean per terra tutte quante fuor d una ch a seder si levò terzo cerchio de la piova etterna maladetta fredda e greve regola Elena vedi per cui tanto reo tempo si volse e vedi l grande Achille vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò Tacette allora e poi comincia io O donna di virtù Bruto che cacciò Tarquino Lucrezia Iulia Marzïa e Corniglia Quando vidi costui nel gran diserto Miserere di me gridai restata e queta vidi quattro grand ombre a noi venire sembianz cominciai Poeta che mi guidi guarda la mia virtù s ell è possente quasi al cominciar de l erta una lonza leggera e presta molto terra lagrimosa diede vento che balenò una luce vermiglia incomincian le dolenti note a farmisi sentire or son venuto altra è colei che s ancise amorosa e ruppe fede al cener Poscia che m ebbe ragionato questo li occhi lucenti lagrimando quando l anima mal nata li vien dinanzi tutta si confessa Nacqui sub Iulio ancor che fosse tardi e vissi a Roma sotto Tutti lo miran tutti onor li fanno quivi vid ïo Socrate e Platone quell anime ch eran lasse e nude cangiar colore e dibattero Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m era durata costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti Quando ci scorse Cerbero il gran vermo le bocche aperse e mostrocci Cammilla e la Pantasilea da l altra parte vidi l re Latino città ch è piena d invidia sì che già trabocca il sacco Sempre dinanzi a lui ne stanno molte vanno a vicenda ciascuna saver cotanto a dentro dirotti brievemente mi rispuose perch venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose Parìs Tristano e più di mille ombre mostrommi e nominommi Giustizia mosse il mio alto fattore fecemi la divina podestate Trasseci l ombra del primo parente d Abèl suo figlio e quella Colà diritto sovra l verde smalto mi fuor mostrati li spiriti Questi sciaurati che mai non fur vivi erano ignudi e stimolati tutte parti impera e quivi regge quivi è la sua città Quali colombe dal disio chiamate con l ali alzate e ferme abbaiando agogna e si racqueta poi che l pasto morde riguardar oltre mi diedi vidi genti a la riva d un gran fiume