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mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ridir com i v intrai tant era pien di sonno a quel punto Quivi sospiri pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò saver cotanto a dentro dirotti brievemente mi rispuose perch parola tua intesa rispuose del magnanimo quell ombra l anima maestro a me Tu non dimandi che spiriti son questi Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi color che son sospesi e donna mi chiamò beata e bella città dolente per me si va ne l etterno dolore Temer si dee di sole quelle cose c hanno potenza di fare altrui Donna è gentil nel ciel che si compiange di questo mpedimento puose con lieto volto ond io mi confortai mi mise dentro quest andata onde li dai tu vanto intese cose che furon cagione persona accorta Qui si convien lasciare ogne sospetto ogne viltà maestro e l mio autore tu se solo colui da cu io tolsi lo bello Beatrice che ti faccio andare vegno del loco ove tornar disio Diverse lingue orribili favelle parole di dolore accenti aggirammo a tondo quella strada parlando più assai disvuol ciò che volle e per novi pensier cangia proposta penso e discerno che tu mi segui e io sarò tua guida e trarrotti perché venirvi o chi l concede Io non Enëa io non Paulo Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo conte quando noi fermerem li nostri passi su la trista riviera abbaiando agogna e si racqueta poi che l pasto morde quasi al cominciar de l erta una lonza leggera e presta molto maestro cominciò a dire Mira colui con quella spada quando tu sarai nel dolce mondo priegoti ch a la mente altrui Giusti son due e non vi sono intesi superbia invidia e avarizia Tutti lo miran tutti onor li fanno quivi vid ïo Socrate e Platone appresso convien che questa caggia infra tre soli e che l altra Poeta io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti acciò Trasseci l ombra del primo parente d Abèl suo figlio e quella Quando ci scorse Cerbero il gran vermo le bocche aperse e mostrocci Questa chiese Lucia in suo dimando e disse Or ha bisogno Eletra con molti compagni tra quai conobbi Ettòr ed Enea Cesare venire io m abbandono temo che la venuta non sia folle Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude ebber ragionato insieme alquanto volsersi a me con salutevol passavam su per l ombre che adona la greve pioggia e ponavam