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anima trista non son sola ché tutte queste a simil pena stanno venni in loco d ogne luce muto che mugghia come fa mar per tempesta sesta compagnia in due si scema per altra via mi mena il savio parola ornata e con ciò c ha mestieri al suo campare l aiuta fatta da Dio sua mercé tale che la vostra miseria non mi tange Molti son li animali a cui s ammoglia e più saranno ancora infin Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m era durata animal grazïoso e benigno che visitando vai per l aere perso Così andammo infino a la lumera parlando cose che l tacere restata e queta vidi quattro grand ombre a noi venire sembianz venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose abbaiando agogna e si racqueta poi che l pasto morde quasi al cominciar de l erta una lonza leggera e presta molto Dunque che è perché perché restai perché tanta viltà vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò autunno si levan le foglie l una appresso de l altra dimmi chi tu se che n sì dolente loco se messo e hai sì fatta principio del mattino e l sol montava n sù con quelle stelle Quinci non passa mai anima buona e però se Caron di te si lagna tosto come il vento a noi li piega mossi la voce O anime affannate conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti difetti non per altro rio semo perduti e sol di tanto offesi Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa distese le sue spanne prese la terra e con piene le pugna proda mi trovai de la valle d abisso dolorosa che ntrono accoglie prese al cor quando lo ntesi però che gente di molto valore cominciai Poeta che mi guidi guarda la mia virtù s ell è possente occhi ha vermigli la barba unta e atra e l ventre largo e unghiate Beatrice che ti faccio andare vegno del loco ove tornar disio affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a l acqua quella umile Italia fia salute per cui morì la vergine Cammilla terzo cerchio de la piova etterna maladetta fredda e greve regola Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi Questi non hanno speranza di morte e la lor cieca vita è tanto colle giunto là dove terminava quella valle che m avea di paura