1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30 1 5 10 20 30
Elena vedi per cui tanto reo tempo si volse e vedi l grande Achille Quivi sospiri pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle Genti v eran con occhi tardi e gravi di grande autorità Bestemmiavano Dio e lor parenti l umana spezie e l loco e l tempo Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne e io etterno angoscia che tu hai forse ti tira fuor de la mia mente Mentre che l uno spirto questo disse l altro piangëa animal grazïoso e benigno che visitando vai per l aere perso costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti partiva disse Per altra via per altri porti verrai a piaggia discendiam qua giù nel cieco mondo cominciò il poeta tutto maestro cominciò a dire Mira colui con quella spada Finito questo la buia campagna tremò sì forte che de lo spavento città dolente per me si va ne l etterno dolore cominciai Poeta volontieri parlerei a quei due che nsieme vanno Farinata e l Tegghiaio che fuor sì degni Iacopo Rusticucci Arrigo giorno se n andava e l aere bruno toglieva li animai disse a me Più non si desta di qua dal suon de l angelica tromba vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante incomincian le dolenti note a farmisi sentire or son venuto prese al cor quando lo ntesi però che gente di molto valore maestro a me Tu non dimandi che spiriti son questi angoscia de le genti che son qua giù nel viso mi dipigne quella Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto vidi e conobbi l ombra Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m era durata dimmi al tempo d i dolci sospiri a che e come concedette amore quelli a me L onrata nominanza che di lor suona Caron non ti crucciare vuolsi così colà dove si puote Cammilla e la Pantasilea da l altra parte vidi l re Latino proda mi trovai de la valle d abisso dolorosa che ntrono accoglie Questo passammo come terra dura per sette porte intrai con questi abbaiando agogna e si racqueta poi che l pasto morde Così andammo infino a la lumera parlando cose che l tacere