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Così li dissi e poi che mosso fue intrai per lo cammino vorrai salire anima fia a ciò più di me degna con lei ti lascerò città ch è piena d invidia sì che già trabocca il sacco Intesi ch a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali nullo amato amar perdona mi prese del costui piacer sì forte venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose Silvïo il parente corruttibile ancora ad immortale secolo andò costì anima viva pàrtiti da cotesti che son morti aggirammo a tondo quella strada parlando più assai Quando giungon davanti a la ruina quivi le strida il compianto Poeta fui e cantai di quel giusto figliuol d Anchise che venne prese al cor quando lo ntesi però che gente di molto valore trapassammo per sozza mistura de l ombre e de la pioggia a passi Dunque che è perché perché restai perché tanta viltà maestro e l mio autore tu se solo colui da cu io tolsi lo bello riguardai vidi una nsegna che girando correva tanto ratta Cammilla e la Pantasilea da l altra parte vidi l re Latino maestro a me Tu non dimandi che spiriti son questi color che son sospesi e donna mi chiamò beata e bella Questi sciaurati che mai non fur vivi erano ignudi e stimolati venni in loco d ogne luce muto che mugghia come fa mar per tempesta penso e discerno che tu mi segui e io sarò tua guida e trarrotti mondo esser non lassa misericordia e giustizia li sdegna Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon altra è colei che s ancise amorosa e ruppe fede al cener proda mi trovai de la valle d abisso dolorosa che ntrono accoglie Andovvi poi lo Vas d elezïone per recarne conforto a quella dimmi chi tu se che n sì dolente loco se messo e hai sì fatta discendiam qua giù nel cieco mondo cominciò il poeta tutto rivolsi a loro e parla io e cominciai Francesca i tuoi martìri ebber ragionato insieme alquanto volsersi a me con salutevol vizio di lussuria fu sì rotta che libito fé licito in sua legge Diverse lingue orribili favelle parole di dolore accenti Parìs Tristano e più di mille ombre mostrommi e nominommi