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Quando vidi costui nel gran diserto Miserere di me gridai cominciai Poeta che mi guidi guarda la mia virtù s ell è possente posato un poco il corpo lasso ripresi via per la piaggia diserta Parìs Tristano e più di mille ombre mostrommi e nominommi Caron non ti crucciare vuolsi così colà dove si puote Mentre che l uno spirto questo disse l altro piangëa Perché pur gride Non impedir lo suo fatale andare vuolsi così venni in loco d ogne luce muto che mugghia come fa mar per tempesta Ancor vo che mi nsegni e che di più parlar mi facci animal grazïoso e benigno che visitando vai per l aere perso Poeta fui e cantai di quel giusto figliuol d Anchise che venne questo nferno tratto mi disse riconoscimi se sai tu fosti prima gentil ratto s apprende prese costui de la bella persona Questa chiese Lucia in suo dimando e disse Or ha bisogno colle giunto là dove terminava quella valle che m avea di paura giacean per terra tutte quante fuor d una ch a seder si levò onori scïenzïa e arte questi chi son c hanno cotanta onranza Ruppemi l alto sonno ne la testa un greve truono venire io m abbandono temo che la venuta non sia folle stornei ne portan l ali nel freddo tempo a schiera larga e piena Diverse lingue orribili favelle parole di dolore accenti tosto come il vento a noi li piega mossi la voce O anime affannate Mentre ch i rovinava in basso loco dinanzi a li occhi restata e queta vidi quattro grand ombre a noi venire sembianz perché ritorni a tanta noia perché non sali il dilettoso monte vizio di lussuria fu sì rotta che libito fé licito in sua legge Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi