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lungi n eravamo ancora un poco ma non sì ch io non discernessi conte quando noi fermerem li nostri passi su la trista riviera Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo fatta da Dio sua mercé tale che la vostra miseria non mi tange Traemmoci così da l un de canti in loco aperto luminoso venni a te così com ella volse d inanzi a quella fiera ti levai restata e queta vidi quattro grand ombre a noi venire sembianz Così li dissi e poi che mosso fue intrai per lo cammino cittadini mi chiamaste Ciacco per la dannosa colpa Caron non ti crucciare vuolsi così colà dove si puote Ruppemi l alto sonno ne la testa un greve truono perché venirvi o chi l concede Io non Enëa io non Paulo Venimmo al piè d un nobile castello sette volte cerchiato Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo parola tua intesa rispuose del magnanimo quell ombra l anima Ancor vo che mi nsegni e che di più parlar mi facci dimmi al tempo d i dolci sospiri a che e come concedette amore ritrasser tutte quante insieme forte piangendo a la riva malvagia Poeta io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti acciò affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a l acqua riguardar oltre mi diedi vidi genti a la riva d un gran fiume Questi non hanno speranza di morte e la lor cieca vita è tanto leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto aggirammo a tondo quella strada parlando più assai volere è d ambedue tu duca tu segnore e tu maestro